Qualsiasi donna che abbia partorito è venuta a conoscenza della diastasi addominale. Si sente parlare molto di questa problematica, ma purtroppo non sempre si pone l’attenzione che merita e molte donne cominciano ad avere dolori importanti e una vita condizionata da questa patologia. Si sente parlare di diastasi, ma che cos’è veramente? Cosa bisogna fare per ridurla e alleviare i sintomi che essa provoca? Scopriamolo insieme in questo articolo.
A cura di Federica Albisetti
Partiamo dalla definizione:
Per diastasi addominale si intende la separazione del retto addominale di destra da quello di sinistra. La linea alba si allarga creando un avvallamento proprio al centro dell’addome. Un’avvallamento inferiore ai 3 cm è considerato lieve, tra i 3-5 cm moderato e di grado severo dai 5 cm in su (con conseguente possibilità di un intervento chirurgico). Oltre al lato estetico nettamente visibile agli occhi, la disfunzione del retto dell’addome può compromettere la funzionalità della respirazione, del pavimento pelvico, la funzionalità dell’intestino e quella lombo-sacrale. Possono insorgere così dolori fastidiosi che vanno ad influenzare la vita quotidiana e le attività anche sportive. La diastasi addominale che si protrae nel tempo e non si cura, può causare un uso scorretto della regione dell’addome e della sua muscolatura durante gli sforzi o durante l’attività sportiva. Quindi attività come, tossire, starnutire, sollevare pesi, fare gli addominali, saltellare, correre,…saranno difficili da svolgere senza dolore e in maniera efficiente e performante.
Come capire se siamo in presenza di diastasi?
Sdraiandoti a pancia in su con i piedi appoggiati al suolo, solleva la testa e se riesci anche le spalle da terra. Appoggia due dita al centro dell’addome appena sotto lo sterno. Se sotto le dita senti una parete unica e resistente non sei in presenza di diastasi, se invece sotto le dita senti un buco, un’avvallamento più o meno grande o senti come una bolla spingere contro le tue dita, allora molto probabilmente sei in presenza di diastasi addominale. Controlla bene anche la zona dell’ombelico fino ad arrivare alla parte delle addominali basse appena sopra il pube. Eventualmente rivolgiti al tuo medico per capire di quanti cm è la diastasi.
Il mio consiglio e i sintomi della diastasi:
Per chi soffre di questa patologia è utile ritagliarsi un po’di tempo per la rieducazione che può garantire un risultato sia estetico che funzionale. Soprattutto dopo la gravidanza il corpo e la parete addominale, così come il pavimento pelvico, hanno bisogno di una ri-educazione e di ri-imparare a lavorare nella maniera corretta. La percezione del corpo e della muscolatura va allenata di nuovo e sottovalutare la situazione potrebbe portare a soffrire di svariati disturbi più o meno cronici come mal di schiena, gonfiore addominale, stipsi, problemi respiratori (mal funzionamento del diaframma), crampi addominali, incontinenza, aerofagia, inappetenza, nausea e difficoltà digestive. Ricorda sempre che anche una diastasi leggera se non curata può aggravarsi col tempo e può causare ernie addominali e/o ombelicali.
Cosa si può fare?
Ricorda sempre della tua parete addominale. Allena la muscolatura e impara ad usarla nella maniera corretta. Allena la percezione del tuo corpo e della muscolatura anche profonda. Puoi farlo con tecniche di respirazione, pialtes, ginnastica ipopressiva, fisioterapia mirata a stabilizzare la zona lombare, rafforzare il pavimento pelvico e il core in generale.
Impara a muoverti meglio: cerca di spostare i pesi nel modo giusto, respira correttamente, evita di sollecitare la parete addominale senza controllarla. Non buttare fuori la pancia durante gli esercizi.
Previeni: Inizia fin da subito e con l’OK del medico curante, un allenamento guidato e strutturato con una persona competente che è in grado di istruirti e correggerti al meglio. Evita i “fai da te” o i percorsi meno costosi che possono peggiorare rapidamente la situazione.
Per le neomamme consiglio di informarsi fin da subito, nell’immediato post-parto delle tecniche di respirazione diaframmatiche, di esercizi con contrazioni isometriche e di ginnastica ipopressiva che possono essere svolti fin da subito. Prima si incomincia meglio è! Intervenire nei primi 5 mesi post-parto con esercizi specifici e adatti può essere davvero determinante.
Cosa evitare assolutamente?
NO allo stretching che porta la parete addominale in eccessivo allungamento come per es. la posizione del ponte nello YOGA).
NO a tutti gli sforzi che la tua parete addominale non è in grado di sostenere. Come ti accorgi? Se per sostenere lo sforzo in questione, spingi la pancia in fuori o senti dolore nella zona lombare, non farlo.
NO all’immobilità: durante la gravidanza se non ci sono condizioni e situazioni particolari evita di stare totalmente a riposo e non fare nulla. Tieniti sempre in movimento e se vuoi incomincia ad allenare il pavimento pelvico e i muscoli profondi per prevenire eventuali problematiche.
Conclusione:
Prevenire è fondamentale, farsi seguire da persone esperte e competenti è anche estremamente importante. Non sottovalutate la situazione anche se non si è in presenza di dolore e accertatevi di capire in che stato vi trovate. L’autovalutazione è fattibile a casa, ma poi un controllo dal medico è fortemente consigliato. Oggi ci sono molti centri e strutture specializzate in questo ambito e la diastasi addominale è una tematica che viene più trattata e presa in considerazione. Ogni donna e ogni mamma ha diritto a poter vivere senza questi dolori. Si può fare molto, prima di ricorrere ad un eventuale intervento chirurgico, ci vuole pazienza, professionalità, allenamento e costanza.
Se avete delle domande o avete bisogno di un riscontro per quanto riguarda il tema diastasi non esitate a contattarmi e possiamo valutare insieme quello di cui avete bisogno.
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Federica
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