Cos’è realmente lo stress? Quali sono i sintomi principali? Quali le conseguenze sulla salute? Come combatterli? In che modo la Fisioterapia può aiutare nella gestione dello stress?
A cura di Federica Albisetti
Stress e Ansia colpiscono sia gli uomini che le donne. Tuttavia l’organismo femminile tende a manifestare una diversa risposta emotiva, che si traduce in una sintomatologia ben definita. Il cortisolo, l’ormone rilasciato in risposta allo stress, permette alla donna di percepirne in anticipo i sintomi, ma quando i suoi livelli si mantengono elevati per un periodo prolungato, si evidenziano ripercussioni sia sul metabolismo che nella stabilità emotiva, che rischiano di avere un influenza negativa sullo stato di salute e benessere generale.
Cos’è realmente lo stress?
Parliamo di stress quotidianamente ma sappiamo davvero di cosa si tratta? A parlare di stress è stato Hans Selye, un medico austriaco, che ha preso in prestito questo termine, definendolo come una “risposta aspecifica dell’organismo ad ogni richiesta effettuata su di esso”. Quindi, in sostanza, secondo Selye, lo stress è uno dei modi in cui noi rispondiamo, fisicamente e psicologicamente, alle richieste che ci arrivano dall’esterno. Queste richieste possono essere molto diverse tra loro e variare da richieste di tipo emotivo, come prendersi cura di una persona ammalata, a richieste cognitive, come dover superare un esame, a richieste che ci portano a mettere in gioco il nostro ruolo sociale, come il dover essere una lavoratrice efficiente o un partner premuroso. La caratteristica che queste richieste devono avere per innescare in noi una reazione di stress è quella di essere percepite come eccessive, al di sopra delle nostre possibilità, o minacciose per il nostro benessere. Tali richieste sembrano domandarci di trovare un adattamento a una situazione nuova o diversa, e questa necessità di adattamento, se percepita come superiore alle nostre possibilità, ci fa sentire stressati. Questo significa che non solo eventi negativi, come un lutto, un licenziamento o un divorzio possono farci sentire stressati ma anche eventi apparentemente neutri se non addirittura positivi, come ricevere una promozione, sposarsi, andare in pensione o traslocare, possono innescare reazioni di stress. Lo stress, si può vedere come una reazione di adattazione e di difesa per la nostra sopravvivenza. L’essere umano infatti, è in grado di attuare un meccanismo di difesa chiamato “flight or fight reaction“, ovvero “reazione attacco-fuga”, quindi quando ci troviamo davanti a una minaccia, il sistema nervoso autonomo innesca uno stato di sovraeccitazione che ci prepara a due opzioni: l’attacco o la fuga. Il nostro corpo quindi si attiva in una reazione di allarme, che corrisponde alla sensazione che noi oggi riconosciamo solitamente come ansia, e si prepara fisiologicamente all’azione. Per capire cosa succede al nostro corpo quando ci troviamo in una condizione di stress è utile ricorrere alla descrizione delle 3 fasi di adattamento allo stress espresse da Selye:
- La prima fase di risposta allo stress è quella di allarme in cui l’organismo, sottoposto a uno stimolo stressante, si attiva in uno stato di allerta (aumento del battito cardiaco, della circolazione sanguigna, del respiro, della produzione ormonale) per fronteggiare lo stimolo stesso. Il corpo aumenta la produzione di adrenalina, noradrenalina e, soprattutto, di cortisolo, un ormone che ha il compito di aumentare il livello di zucchero nel sangue. Questa prima fase è una condizione utile alla nostra sopravvivenza in caso di minaccia e non ha effetti negativi sul corpo, ma anzi lo rende pronto all’azione.
- Se la situazione stressante non cessa, si passa alla seconda fase che è quella di resistenza, in cui il nostro organismo funziona ad un ritmo più elevato. Se lo stress dura molto a lungo, gli ormoni restano sopra i livelli normali e il cortisolo, in particolare, viene prodotto in maggiori quantità. Questo alla lunga porta a una diminuzione dell’attività immunitaria, con il conseguente abbassamento delle difese immunitarie.
- Infine, se lo stress dura abbastanza a lungo, si passa alla terza fase, detta di esaurimento, in cui l’organismo non riesce più a difendersi e la naturale capacità di adattarsi viene a mancare. Le difese immunitarie cedono e l’organismo, incapace di reagire, si indebolisce favorendo la comparsa di diverse malattie.
Attenzione: non sempre si arriva alla terza fase. Il corpo percepisce comunque che sta succedendo qualcosa, con una serie di sintomi che noi percepiamo molto bene e di conseguenza possono essere attivati meccanismi di difesa che possono rapidamente migliorare la situazione.
Come influisce lo stress sulle donne e quali sono i principali sintomi?
L’eccessiva richiesta di cortisolo, necessaria per fronteggiare lo stress, andrà ad alterare l’equilibrio ormonale modificando la produzione di progesterone, testosterone ed estrogeni. Questo squilibrio, se protratto nel tempo, può favorire l’insorgere di diverse patologie legate alla produzione del cortisolo e degli altri ormoni coinvolti, come: malattie cardiovascolari, diabete, osteoporosi, artrite o altre malattie reumatiche, malattie infiammatorie, irregolarità nel ciclo mestruale e calo del desiderio sessuale. Anche la regolazione del sonno e dell’alimentazione possono risultare compromesse assieme ad alcune capacità cognitive come quella di prendere decisioni, attenzione, memoria e creatività. A questi sintomi fisici si affianca una maggiore labilità emotiva, in quanto gli ormoni coinvolti nello squilibrio sono responsabili anche della regolazione delle emozioni. Avremo quindi maggiore irritabilità, meno pazienza, tendenza al pianto e una sensazione costante di stanchezza. Dal punto di vista psicologico, nel tempo possono insorgere depressione, ansia, disturbi psicosomatici, disturbi del comportamento alimentare, abuso di sostanze e altre patologie stress-correlate. Nello specifico la sintomatologia tipicamente femminile riguarda:
- Disturbi del sonno: Cortisolo e adrenalina hanno l’importante funzione di mantenerci attivi durante il giorno. Quando i livelli di questi ormoni superano la soglia considerata “normale” causano uno stato di iperattività che incide non solo sulla qualità del sonno, ma anche sui livelli di leptina e grelina, ormoni da cui dipendono l’appetito e la sensazione di sazietà a fine pasto.
- Alterazioni ormonali: Gli stati di tensione emotiva contribuiscono a modificare l’equilibrio ormonale femminile e possono infatti posticipare o impedire l’ovulazione, incidendo negativamente anche sulla fertilità e sulle probabilità di concepimento. I problemi col ciclo non sono le uniche cause delle alterazioni ormonali, ce ne sono diverse altre e altrettanto importanti.
- Aumento o perdita di peso: Ansia e tensioni emotive possono alterare il metabolismo e interferire con la perdita o l’aumento del peso, un problema spesso difficile da riconoscere e, di conseguenza, da affrontare. Il consumo di alimenti ad alto contenuto calorico, assunti spesso per migliorare l’umore quando si è sotto pressione, crea una sensazione di sollievo nel rilascio di neurotrasmettitori: si innesca così una vera e propria dipendenza da cibo che contribuisce ad aumentare il rischio di obesità e di altre malattie metaboliche. Si può parlare di fame emotiva che comporta appunto ad una situazione da non sottovalutare.
- Cattiva digestione: Ulcere e intestino irritabile sono i sintomi più comuni dello stress nelle donne in quanto esso aumenta le infiammazioni del tratto gastrointestinale, ostacolando il corretto assorbimento dei nutrienti.
- Problemi alla pelle: La pelle della donna è particolarmente sensibile alle situazioni di ansia e tensione emotiva, a cui risponde con evidenti reazioni infiammatorie che vanno dall’eczema al rossore, fino alle occhiaie o alla perdita di luminosità della cute. Ciò avviene per effetto della vasocostrizione delle cellule epidermiche, che si traduce spesso in una maggiore sudorazione e nei tipici segni di stanchezza sul volto.
Come si può combattere una situazione di stress?
- Imparare a riconoscere i segnali dello stress osservandosi e ascoltandosi durante le attività quotidiane.
- Individuare i fattori e gli eventi scatenanti.
- Chiedersi quale sia il proprio ruolo nel mantenimento della situazione stressante (sono perfezionista? Tendo a voler controllare sempre tutto? A riempirmi di responsabilità? A non prendermi mai del tempo libero?)
- Uno stile di vita attivo può contribuire a ridurre gli effetti dello stress, praticare attività sportiva moderata, in aggiunta a tecniche di rilassamento, aiuta a riconquistare e mantenere un buon equilibrio psicofisico.
- Chiedere aiuto, comunicando il proprio malessere ad un famigliare, ad un amica, o ad una persona competente e formata in questo ambito.
- Apprendere strategie per affrontare meglio la vita quotidiana (migliorare la capacità di pianificazione, cercare il sostegno degli altri, cambiare l’approccio al problema, migliorare consapevolezza e accettazione, imparare a riconoscere le proprie risorse e a prendere le distanze dai problemi.
Conclusione: in che modo la fisioterapia aiuta a gestire lo stress?
Ci sono diversi metodi con cui la fisioterapia può portare dei benefici sulla gestione dello stress e sulle sue manifestazioni sul corpo. Alcuni dei benefici più importanti come ho elencato prima sono l’attività fisica. Tramite il movimento si migliora il modo in cui il corpo gestisce lo stress, cambiando le nostre risposte ormonali come il rilascio di endorfine e adrenalina che aiutano ad alleviare l’umore. Aiuta anche a ridurre la sensibilità agli agenti stressanti. Induce il rilassamento che a sua volta migliora la qualità del sonno. La fisioterapia aiuta a migliorare l’autostima e la qualità della vita complessiva, lavorando con l’obiettivo di ridurre i sintomi fisici dello stress, come rallentare il battito cardiaco, aumentare la flessibilità dei muscoli e combattere i dolori cronici, ecc. Il progresso nelle capacità fisiche può portare a un miglioramento dell’immagine di sé e dell’autostima e il raggiungimento di obiettivi fisici può dare un senso di realizzazione e competenza.
Ci sono diverse tecniche comprovate dalla fisioterapia che aiutano a gestire lo stress e nella capacità di farvi fronte. Alcuni metodi includono:
- Esercizi aerobici: Questi esercizi possono aiutare a far sentire eccitazione e migliorare la resistenza. Stimolano la produzione di endorfine che agiscono come antidolorifici naturali e tonici dell’umore.
- Esercizi di respirazione: La respirazione controllata e ritmica porta al rilassamento e alla consapevolezza e riducono l’attivazione del sistema nervoso simpatico, responsabile della risposta “fight or flight reaction” (spiegata sopra).
- Rilassamento profondo dei muscoli: I massaggi dei tessuti profondi aiutano a sciogliere i muscoli contratti, la mascella serrata e le articolazioni rigide e hanno un grande impatto sul rilascio della tensione. Con un tono muscolare più rilassato anche il sonno ne beneficierà.
- Meditazione: Si dice che riduca la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna e la temperatura della pelle, e riduca i livelli di adrenalina nel sangue.
- Stretching: Gli esercizi di stretching come la ginnastica posturale, il Pilates, il Tai Chi aiutano a sciogliere la rigidità delle articolazioni e dei muscoli, inducendo il rilassamento.
- Passeggiate di gruppo e ginnastica insieme.
La fisioterapia, in collaborazione con altre figure professionali, si rivela un importante collegamento tra salute fisica e mentale, andando ben oltre la semplice cura del corpo. Vi invito ad esplorare i molteplici benefici di questa disciplina, considerandola come un’opportunità per intraprendere un percorso olistico verso un maggiore benessere. Ricordo che ogni individuo è unico, e un approccio personalizzato è fondamentale. Consultare professionisti qualificati è sempre consigliato per sviluppare un piano di cura adatto alle proprie esigenze specifiche.
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