LA TIROIDE: FUNZIONE E PATOLOGIE NELLA DONNA E LA SUA IMPORTANZA

17 Febbraio 2025

Che cos’è e a cosa serve la tiroide? Qual è la sua funzione e quali le sue patologie?

 

A cura di Federica Albisetti

 

La tiroide è un organo situata nella regione anteriore del collo che produce ormoni indispensabili per le principali funzioni vitali e per la crescita e lo sviluppo dell’organismo, in particolare quello femminile. Il genere femminile e questa ghiandola tiroide sono legate infatti da una stretta relazione. La tiroide riveste una particolare importanza nella donna, sia perché garantisce un normale decorso della gravidanza e un normale sviluppo del feto, sia perché le malattie della tiroide colpiscono soprattutto il genere femminile, da 5 a 10 volte di più rispetto agli uomini.
Una cattiva funzione di questa ghiandola, può alterare il ciclo, rendendolo irregolare e talvolta emorragico, può ridurre la fertilità, aumentare l’abortività e mettere a rischio lo sviluppo fetale. Oltre alle problematiche durante la gravidanza, il mal funzionamento della tiroide provoca sintomatologie non indifferenti. Gli ormoni tiroidei regolano la funzione cardiovascolare, il metabolismo glucidico e lipidico e sono fondamentali nel garantire lo sviluppo neuropsichico del feto. Per questo motivo è molto importante controllare la funzione tiroidea della donna prima del concepimento o almeno all’inizio della gravidanza già in corso. Secondo diversi studi, le disfunzioni tiroidee non vengono diagnosticate nel 70% circa delle donne e rappresentano una delle più comuni cause di aborto spontaneo. Anche dopo la gravidanza la donna può presentare senza accorgersene disfunzione tiroidea, ma molto spesso non viene controllata regolarmente.
La corretta funzione tiroidea è quindi molto importante nella donna in età fertile e anche dopo. Vista la loro elevata frequenza, è possibile che malattie tiroidee autoimmuni vengano identificate durante la gestazione o prima di una gravidanza programmata. A questo proposito va sottolineato che le malattie della tiroide, ad eccezione di rari casi, non costituiscono un ostacolo alla gravidanza, purché diagnosticate e trattate tempestivamente. Molto frequenti sono anche le disfunzioni dopo le gravidanze, che rimangono nascoste per molto tempo. Ad un certo punto la donna presenterà dei sintomi importanti e sarà poi più facile scoprire la causa ed iniziare un trattamento.

Le possibili problematiche:

Lo Iodio è un’ elemento essenziale per la produzione di ormone tiroideo e lo assumiamo con gli alimenti. In assenza di un’adeguata quantità, la tiroide non riesce a sintetizzare e rilasciare i due ormoni T3 e T4. Quando è presente una carenza nutrizionale di questo elemento, la manifestazione più evidente, specie nella donna, è l’incremento di volume della tiroide, il cosiddetto “gozzo”, con la formazione di noduli, la cui frequenza aumenta progressivamente con l’età. Il gozzo nodulare è quasi sempre benigno e necessita solo di un regolare controllo nel tempo. I noduli tiroidei sono frequentemente riscontrabili, ma i tumori della tiroide, rappresentano una assoluta minoranza dei noduli e sono fortunatamente quasi sempre curabili. La più efficace prevenzione del gozzo e dei noduli tiroidei è la iodoprofilassi.
Oltre alla carenza di iodio, un fattore fondamentale nello sviluppo delle malattie della tiroide è quello della malattia autoimmune, di gran lunga più frequente nelle donne. Questa può provocare scarso funzionamento della tiroide,ipotiroidismo, come avviene nella tiroide cronica di Hashimoto, o eccessiva produzione di ormoni, ipertiroidismo, come nel Morbo di Basedow Graves. L’ipotiroidismo, spesso in forma lieve e asintomatica, si riscontra in 1 donna su 10, mentre l’ipertiroidismo è presente in 2 donne su 100. Per valutare la funzionalità tiroidea basta eseguire un semplice esame del sangue che misura la quantità di ormone TSH. Un valore troppo elevato di TSH riconduce a un ipotiroidismo, mentre un valore troppo basso può indicare la presenza di un ipertiroidismo (valore troppo basso in quanto il corpo produce degli anticorpi anomali che agiscono contro il recettore del TSH che provoca l’eccessiva produzione degli ormoni T3 e T4 e conseguente blocco del TSH. Nell’ipotiroidismo succede praticamente il contrario). I sintomi sono per lo più stanchezza, ansia, insonnia, irritabilità, debolezza muscolare, tremori, tachicardia, fiato corto, e diminuzione del peso.
La cura per l’ipotiroidismo consiste nell’assumere quotidianamente un farmaco, la L-tiroxina, sostanzialmente identico all’ormone tiroideo, nella formulazione e dosaggio stabiliti dall’endocrinologo in base alla situazione del singolo paziente. Per l’ipertiroidismo la situazione è un po’ più complessa. Se è lieve, in gravidanza non richiede alcuna cura, mentre, se presenta una certa gravità, necessita di trattamento farmacologico.
 

Importantissimo quindi tenere controllati i valori della tiroide, con un esame del sangue e con una frequenza regolare consigliata dal proprio medico di fiducia a dipendenza da ogni storia soggettiva del paziente.

 

Federica

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