Cosa si intende per infortunio da sovraccarico? Perché avviene? Come fare a capirlo e soprattutto ad evitarlo?
A cura di Federica Albisetti
Quando si parla di sovraccarico ci si riferisce non alla capacità specifica del corpo di sopportare un carico, ma di quella dei tuoi tessuti come i muscoli e i tendini. Il sovraccarico avviene quando tendiamo a sforzare determinate parti del corpo per un periodo di tempo indefinito, per esempio durante un’attività sportiva. Bisogna prestare sempre attenzione al rapporto tra il carico esercitato sui tessuti e la loro capacità effettiva di carico.
Qui di seguito vi propongo degli esempi specifici per far capire come funziona questa fondamentale relazione nella gestione degli infortuni da sovraccarico.
Il danno dei Tessuti:
Quando il carico supera di molto la capacità di carico di un tessuto, si arriva ad una situazione di infortunio. Ad esempio se si pensa l’inizio della preparazione fisica estiva, quando dopo due o tre mesi di relativa inattività per esempio di corsa, ci si rimette a fare sedute di corsa intensa e lunga, non rispettando una naturale progressione dei carichi e del recupero, ma ripartendo in maniera troppo intensa. Questo comporterà andare più facilmente incontro ad un’ infiammazione dei tendini delle ginocchia, di dolori e problematiche articolari, ma anche muscolari. Così facendo, i tessuti sono esposti ad un carico eccessivo (sovraccarico) e non fanno in tempo ad adattarsi, e finiscono con il lesionarsi e con il causare dolore alla persona.
Prevenire il sovraccarico: la costanza!
Quello che bisognerebbe fare è allenarsi all’aumento del carico in maniera graduale e costante. Quindi quando si applica un carico solo leggermente maggiore rispetto alla capacità di carico dei nostri tessuti, spingiamo questi ultimi all’adattamento. L’esempio pratico è quando in una seduta di palestra, facciamo una seduta pesi, ad esempio di squat, e si passa dal sollevare i soliti 80Kg a 85Kg: un piccolo aumento di carico, che spingerà i nostri muscoli, tendini ed ossa a rinforzarsi, e di conseguenza, ad adattarsi. Bisogna sempre tenere presente che quando l’incremento di carico è calibrato e regolare, il nostro corpo reagisce sempre in maniera positiva.
È proprio una regola base che avviene in tutti gli sport. Un’ altro esempio legandomi sempre alla corsa: non si parte da zero per correre una maratona di 42 Km, ma ci sono molti step intermedi da raggiungere prima che i nostri muscoli e il nostro cuore si adattino ad un tale sforzo. Se ogni mattina da zero iniziassimo a correre 30 km, il sovraccarico dei tendini e di conseguenza il dolore, l’infiammazione, sarebbe dietro l’angolo e non ci consentirebbe di arrivare all’obiettivo in maniera sana e performante. Se invece con costanza applichiamo un sistema di allenamento in crescendo, con piani di allenamento costruiti su misura, quello che otterremo sarà l’aumento della capacità di carico del nostro sistema muscolo-schelettrico e del cuore.
Cosa potrebbe disturbare la capacità dell’aumento del carico?
Anche se ci si allena in modo corretto e il carico viene applicato ed aumentato in maniera costante e graduale, ci sono diversi fattori che vanno a ridurre la capacità di carico esponendo il corpo al pericolo di un infortunio da sovraccarico come per esempio:
- Stress psicofisico ed emotivo
- Poco o cattivo sonno
- Scarsa alimentazione
- Fumo o abuso di alcool
- Malattia (influenza,…)
Come capire se ci si trova in una situazione di sovraccarico?
Il Fisioterapista o il medico curante, possono valutare la situazione grazie all’anamnesi e capire la storia del dolore e dell’infortunio. Cercheranno di capire se qulacosa è cambiato durante gli allenamenti, da quando e perché (carichi aumentati, sedute di allenamento modificate, numero di esercizi, tipo di esercizi). Ci sono fattori esterni che possono influire? È un periodo particolarmente stressante? Con delle domande specifiche ci si può rendere conto dei cambiamenti applicati e del perché si è arrivati ad una situazione di sovraccarico.
Se si tratta di sovraccarico cosa si può fare?
All’inizio può essere necessario un piccolo periodo di stop dall’attività, per dare tempo ai tessuti di rigenerarsi dall’infiammazione e dal dolore. Questo non significa non allenarsi, si potranno fare delle attività che non andranno a sollecitare la parte dolorante, rispettando però la fase acuta dei tessuti sollecitati. Si può affidarsi ad un bravo fisioterapista, se necessario e con il consiglio del medico anche con qualche medicamento e poi passata la fase acuta, si potrà ricominciare la propria attività attuando, concorde col fisioterapista degli adattamenti dell’allenamento graduali. Un ritorno programmato e strutturato.
Come interviene il fisioterapista?
Dopo la prima fase di anamnesi e quando verrà definito il procedere, si costruirà un programma di lavoro di recupero specifico e adattato alla situazione. La gestione del sovraccarico avviene con tecniche diverse applicate al momento giusto e in modo graduale:
- Riduzione del dolore (con terapia manuale, elettroterapia, uso di Tape)
- Massaggi
- Stretching
- Rieducazione al movimento e al carico in palestra riabilitativa
- Return to play: ritorno all’attività sportiva che ha generato il sovraccarico, con i dovuti adattamenti spiegati e portati anche all’allenatore
Questo è lo schema corretto!
Diffida da chi ti dice che per curare un sovraccarico devi SOLO stare fermo e a riposo. Più si sta fermi e più la capacità di carico diminuisce. Rientrando all’attività ci sarà più debolezza e sarà sufficiente uno stimolo minore per riacutizzare il problema e il tutto diventerà un circolo vizioso. Curare e salvaguardare la prima fase acuta, ma poi ricominciare subito con stimoli giusti e carichi adatti è la formula vincente.
Buon allenamento!
Fede
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